giovedì, novembre 24, 2005

orientarsi tra scuola e lavoro - 23 novembre

In Italia al giorno d’oggi l’orientamento è ormai riconosciuto come un’attività fondamentale, incentivata da qualsiasi istituto scolastico. Ma è davvero così? Ci sono studenti, sia universitari che diplomandi, che pensano invece che gli strumenti messi a loro disposizione non siano sufficienti, se non del tutto inefficaci , a dare una corretta informazione delle possibilità che offre il futuro.

Sarebbe meglio che ognuno faccia questo tipo di scelte in modo opportuno, e soprattutto seguendo le proprie ispirazioni e i propri interessi, anche perché da esse può dipendere il proprio avvenire. Come capita frequentemente, i giovani, soprattutto quelli di 3^media, fanno scelte troppo affrettate, basandosi a volte sul desiderio di non perdere i propri compagni di classe, o sulla semplice vicinanza da casa, per poi scoprire di essere entrati in un mondo sbagliato, dal quale non vedono l’ora di uscire.

Spesso i lavori d'orientamento post-diploma e post-licenza media si basano su test psico-attitudinali con lo scopo, dicono gli esperti, di riuscire a capire le ambizioni dei ragazzi, ma questi riscontrano che le domande sono troppo generiche, di conseguenza non si curano di attribuire la giusta importanza alle risposte che danno e ai risultati dei test.

Gli studenti non hanno forse bisogno di un aiuto più concreto al posto di un semplice profilo psicologico, per meglio sapersi, per l'appunto, "ORIENTARE"?

A questo punto un dubbio ci viene spontaneo: queste attività sono veramente così disorganizzate come si dice, oppure sono i ragazzi che non le sanno sfruttare, o peggio, non hanno l’interesse di farlo?

3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

L'Università con i tirocini, i tutor che ti seguono, l'ufficio per l'orientamento qualche opportunità te la offre, ma la maggior responsabilità sta a noi ragazzi.Bisogna darsi da fare, essere determinati nel perseguire i propri obiettivi, far vedere che qualcosa si vale, rompere anche le scatole, fare esperienze lavorative e intanto continuare a studiare, andare all'estero, iniziare anche da lavori a tempo determinato, ti stimolano a continuare a muoverti ed essere dinamico, flessibile, a cercare sempre di meglio e credere che c'è sempre di meglio e alla fine forse arriverà anche il posto che si è tanto cercato!,-)
Forse una visione un pò troppo ottimista? Meglio rimboccarsi le maniche che perdersi in lamentele sulle precarie opportunità di lavoro...
ciao a tutti

3:29 PM  
Anonymous Anonimo said...

Sarò anche ottimista, ma non tanto sulla camicetta di Leandro di ieri sera...mi propongo come consulente d'immagine!

3:35 PM  
Blogger il capoclasse said...

Caro ottimista, cos'hai contro la mia camicetta?

Quella verde a puà viola era a lavare, così ho dovuto usare questa!

mah, lavoro in un ambiente che mi è ostile...

11:16 AM  

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