ma il mammismo esiste anche all'estero? o è un fenomeno tutto italiano? come si traduce la parola "mammone" nelle altre lingue???
Controllate sul dizionario!
"Mammone"
è spesso
intraducibile in altre lingue...
Si deve aprire il concetto e ricorrere a giri di parole.
In tedesco, per esempio e ritraducendo in italiano, mammone è spiegato come uno "molto attaccato alla madre", mentre il mammismo è un "esagerato amor materno verso figli adulti".
4 Comments:
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http://www.comune.torino.it/infogio/rivista/archivio/02_01/casa06.htm
L'articolo di Luigi Urru è molto lungo quindi riporto qua i paragrafi a mio avviso più interessanti:
L'assenza di vocaboli adeguati in tedesco, inglese, danese, svedese e chissà quanti altri idiomi non è certamente un fenomeno di povertà lessicale: più banalmente, loro i mammoni non li hanno e di mammismo avranno sentito parlare sì e no un paio di volte per televisione, in quei reportage socioculturali sul Bel Paese trasmessi dalla Bbc o dalla Deutsche Welle.
..la mamma che lava i calzini, stira le camicie e rimbocca la federa del letto disfatto del figlio trentenne esiste solo da noi, nello stivale. Mamma dei miei stivali! Altrove si fanno beffe di te, del tuo affannarti attorno al figlio grande, colmarlo di premure e colmarti di preoccupazioni, tenerlo imbozzolato in uno stadio senza svezzamento possibile. Mai lasciarlo andare, educarlo come vorrebbe il termine che, per rimanere in campo linguistico, viene da ex-duco, conduco fuori, porto all'autonomia, all'occasione do una pedata d'incoraggiamento.
Il figlio e la figlia sanno bene che fuori è dura, l'indipendenza una scommessa rischiosa e tutto sommato in rotta con la tradizione cattolica che prescrive l'abbandono del nido genitoriale solo per sposarsi e fondarne uno nuovo. Meglio allora rimandare, mettere a tacere la voce della fierezza personale (esisterà ancora?), rinunciare a una parte di autonomia e negoziare pragmaticamente sulle serate fuori, gli orari del rientro, le visite della morosa, le vacanze da soli e i piatti da lavare.
Le difficoltà di traduzione rilevate in apertura trovano piena eco nei dati statistici: secondo l'Istituto di Ricerca sulla Popolazione del Cnr, i due terzi dei giovani italiani tra i venticinque e i trent'anni vive con i genitori. In Francia e in Gran Bretagna sono invece uno su cinque. Solo la Spagna e la Grecia, altri paesi mediterranei, si avvicinano alle nostre percentuali. E solo in Italia, in Spagna e in Grecia il fenomeno si è accentuato drasticamente nel corso degli ultimi due decenni. Nel 1995 erano mediamente dieci in più rispetto al 1987 i giovanottoni in casa di mamma e papà. In Danimarca e Svezia, manco a dirlo, la percentuale negli stessi anni è scesa ancora di un paio di punti, dal 32 al 29 e dal 28 al 26 per cento rispettivamente.
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la parola sacrificio è assai demodé tra i giovani italiani. Negli Stati Uniti si viene naturalmente allontanati da casa tra i sedici e i diciotto anni. Alla stessa età, gli inglesi dei college fanno le prove generali di un'autonomia ormai dietro l'angolo. I tedeschi sanno che entro gli anni dell'università devono imparare a camminare con le proprie gambe, sopra tutto economicamente. Il prezzo è chiaro: studiare e lavorare, rinunciare alle comodità borghesi dei genitori, essere obbligati a condividere un appartamento con altri giovani magari conosciuti solo attraverso un'inserzione nella rubrica "Wohngemeinschaft", alloggio in comune. In breve, s'impara molto presto a gestire e decidere tutto da sé, rimboccarsi le maniche ed essere disposti a sacrifici per i propri obiettivi. È anche vero che all'estero lo Stato aiuta ben più di quello italiano, con borse di studio, prestiti d'onore, finanziamenti vari e a vario titolo, crediti speciali per situazioni di "financial hardship". E a questo si aggiunga un sistema scolastico e universitario più integrato con il mondo del lavoro, il cui mercato, infine, è più flessibile del nostro e prevede, tra le sue maglie strette, nicchie adatte a studenti, lavoratori a tempo parziale, ragazze-madri, e poi praticantati, volontariati retribuiti, stage dove muovere in piena responsabilità i primi passi della carriera.
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Cosa tratterrà mamma e papà dal porre l'aut aut al figlio che ha scambiato la cameretta dei giochi con una stanza d'albergo?
Giuseppe Gesano, direttore dell'IRP, spiega il suo disagio: "Sento che la centralità della famiglia non è positiva, rappresenta un problema per la crescita di una generazione e per il complesso della società. Sono convinto che i figli debbano essere più indipendenti: la famiglia può essere un momento, anche lungo, ma non tutto ciò che possono sperimentare come relazioni affettive forti".
innanzi tutto l'talia è cara.... il mio collega che lavora in germania passeggiando per milano notò un agenzia immobiliare e scandalizzatissimo disse che con i soldi che chiedevano per un monolocale lui ci avrebbe comprato un quartiere dalle sue parti.... tanto per dirne una infatti in germania a 18 anni è più che normale vivere da soli.... poi ho visto al mare una famiglia sempre tedesca..osservavo il bimbo piccolo di due anni.... perchè mi divertiva..... ha fatto danni su danni e i genitori non hanno mosso dito...senza apprensioni gli dicevano di mettere a posto e faceva tutto da solo...per fare la pipì è andato avanti e indietro quattro volte dal bagno all'ombrellone.... osservando il bagno...poi si è tolto il costumino è entrato e l'ha fatta da solo...le nostre mamme già sarebbero corse a portarci... ha buttato giù l'ombrellone e lo ha rmesso con l'aiuto di quello di 10 anni..... ogniuno di loro portava qualcosa per caricare la macchina compreso lui...... le mamme sono meno apprensive e li fanno arrangiare da soli altro che pappa pronta cm da noi...io ero una principessa....
In bocca al lupo per domani!
Purtroppo (per le donne) siete cosi. Tra ragazza e mamma , un italiano sceglie sempre la mamma perché vi viene difficile staccarvi dalla vostra mamma(certo voi non ne avete colpa-siete stati educati cosi)
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