INFERNET ?!
Ciao ragazzi,
ci siamo ripresi dalle fatiche "economiche" della puntata sul carovita studenti?
Settimana prossima parleremo di tecnologia, come ben sapete, e allora vi inoltro qualche spunto di riflessione...articoli tratti dal sito www.corriere.it...
Buona lettura,
Beppe
Il 75% di chi usa la posta elettronica ammette: non può più farne a meno
«Creano dipendenza»: 3 su 4 malati di email
I «disciplinati» leggono i messaggi due volte al giorno, i «compulsivi» di continuo
MILANO - La prima cosa che fanno appena aprono gli occhi è accendere il computer (che la sera precedente avevano opportunamente lasciato ai piedi del letto). Mentre il portatile fa le sue operazioni di caricamento, loro si lavano la faccia. Così, con gli occhi rinfrescati e attenti, sono pronti a premere quel pulsantino: «ricevi». La giornata di un «email-dipendente» comincia così. Secondo una ricerca commissionata dalla Symantec (software per la sicurezza dei computer) il primo check è alle 8.40, ma si tratta di quello al lavoro, perché in realtà un vero dipendente da posta elettronica si collega con la sua casella molto prima di arrivare in ufficio. Che si tratti di mail lavorative o personali, gli italiani stanno diventando dei maniaci. Almeno tre su quattro di quelli che usano un computer soffrono di dipendenza da messaggi elettronici e il 75 per cento di loro ammette di non poterne fare a meno, temendo l'«intossicazione». «Ciò che preoccupa — spiega Marco Riboli, Country manager della Symantec Italia — è il fatto che quasi il 40 per cento del campione ha un approccio malsano ai messaggi di posta elettronica». Lo studio infatti raggruppa i mail-addict in quattro categorie: i disciplinati (49%), che hanno (per ora) ancora un rapporto equilibrato con la loro casella personale e la controllano in media due volte al giorno, la mattina e la sera. Il loro, secondo la ricerca, è un atteggiamento «rilassato». Diverso da quel 21 per cento che si definisce «dipendente totale»: confessa di scaricare (spesso a vuoto) compulsivamente la posta elettronica nelle 2,6 ore di media al giorno che trascorre online. «Non è il mio caso — ridacchia Victoria Cabello, anima del talk-show Very Victoria su Mtv —, ma quello del mio fidanzato (l'artista Maurizio Cattelan, ndr), lui sì, appena si sveglia la mattina deve scaricare la posta, io divento un po' maniaca ma solo per motivi di lavoro, se devo mandare articoli o ricevere del materiale, in vacanza per esempio stavo impazzendo, perché non riuscivo a connettermi alla mia casella». Ma di solito, «sono una pigra, anzi evito di aprire la posta per il terrore di ricevere messaggi dal mio commercialista!». Andrea Pezzi, ideatore e conduttore di Tornasole su Raidue, rientra invece nei «tecnofobici» (10%): «Ricevo centinaia di mail al giorno, in due settimane ne ho scaricate 1.228, ma della posta elettronica ne farei volentieri a meno». Anche perché, spiega, lui soffre di un'altra dipendenza, quella da «risposta alla mail»: «Se ricevo un messaggio non riesco a non rispondere, magari anche solo una riga ma devo farlo». Forse lui, vista la quantità delle mail ricevute, potrebbe rientrare anche nel gruppo dei «sopraffatti» (6%), quelli che si sentono bombardati e non sanno come reagire. Un piccolo consiglio? Premere la «X» di «elimina».
Claudia Voltattorni
Noi, gli ossessionati: più simpatici online
Viva le email, viva noi ossessi, abbasso le ricerche che ci colpevolizzano (sarebbe da mandare delle email di protesta)
AVVERTENZA. Durante la stesura di questo articolo, la scrivente ha guardato le sue email dodici volte (ed era un articolo breve). SVOLGIMENTO. Ogni tanto cercano di salvarci i ragazzini; quelli che per qualunque cosa vanno su Google e rifiutano di consultare le enciclopedie; quelli che già da poppanti ci vedevano smanettare col cellulare. Detti ragazzini, però, sfottono i genitori perché vanno sulla casella postale del pc «ogni dieci secondi»; e li catechizzano sulla necessità di rapporti umani in cui ci si guarda in faccia, sostenendo che la posta elettronica li rende — se possibile — più nevrotici. Detti ragazzini avranno pure ragione. Però senza posta elettronica /(a) non si riuscirebbero ad avere molti rapporti umani, sarebbero resi impossibili dall'infernale circuito lavoro-ragazzini (o altro) e (b) i ragazzini vedrebbero meno i genitori, che riescono a sbrigare lavoro da casa grazie alle email. Detti genitori detestano le ricerche che li definiscono emaildipendenti. Casomai, in un loro modo ossessivo, sono emailfelici. Perché: 1) Le rogne non arrivano quasi mai via email, quasi sempre via cellulare; è quello il vero aggeggio nazional-simbiotico, da noi; 2) Si può continuare ad avere amici del cuore nonostante grandi distanze e vite bestiali; e comunicare continuamente con loro come fossero vicini di scrivania; 3) Si può comunicare continuamente coi vicini di scrivania; facendo commenti orribili che alla macchinetta del caffè verrebbero origliati (poi c'è gente licenziata causa email, sono leggibili da molti; in caso, anche se non è sicuro, usare caselle di posta proprie); 4) Si è reimparato a scrivere. In strano italiano, in gerghi personalizzati; spesso è un gran piacere; e spesso si riesce a parlare come non si fa più di persona, accidenti; 5) Si mandano-ricevono-diffondono cose demenziali (foto, video, barzellette) e cose serie (le emailiste milanesi a furia di ricevere messaggi sulla manifestazione di oggi in difesa dell'aborto stanno diventando ratzingeriane, a volte capita); è un nuovo modo di propagare battute e idee, sceme e non; 6) Lo spamming è meno peggio di una volta: causa filtri, causa abitudine (si cancellano decine di email senza guardare), e a volte fa ridere; 7) Molti di noi sono più simpatici via email che di persona. E più intelligenti. E il buon ricordo online ci accompagna vis-a-vis. Viva le email, viva noi ossessi, abbasso le ricerche che ci colpevolizzano (sarebbe da mandare delle email di protesta, in fondo non ci vuol niente). Nevrotici? Macché. E' l'unica via di fuga dall'infernale circuito figli-lavoro.